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Nel secondo Ottocento la donna, protagonista del suo tempo anche al di fuori delle mura domestiche, cerca di costruire un'immagine di sé seducente, alla cui elaborazione contribuiscono, in singolare unità di intenti, il sarto e l'artista. La moda, infatti, trova da sempre un riscontro visivo nelle arti figurative, che diventa ancor più evidente nel periodo preso in esame: pittori e scultori registrano con estrema attenzione la complessa varietà di abiti, calzature, copricapi, acconciature, gioielli, decori. Raccontano questo fenomeno opere firmate da celebri autori - tra cui Antonio Ciseri, Tranquillo Cremona, Giuseppe De Nittis, Giacomo Favretto, Adolfo Feragutti Visconti, Giacomo Grosso, Luigi Rossi, Vincenzo Vela, Federico Zandomeneghi - che permettono di seguire l'evoluzione del linguaggio formale in un suggestivo dialogo con quindici abiti datati tra il 1860 e il 1905 realizzati da atelier italiani e stranieri, come la celebre sartoria parigina Worth. Ideale collegamento tra arte e moda sono poi i ventagli d'artista, oggetti di appassionato collezionismo da parte delle dame dell'epoca, di cui si presenta una selezione che culmina negli esemplari di Giovanni Segantini e Gaetano Previati. Alla contessa Carolina Maraini-Sommaruga, protagonista del mondo della filantropia e protettrice delle industrie femminili in Italia e nel Cantone Ticino, immortalata da molteplici pittori quali Vittorio Corcos e Giovanni Boldini, è dedicato infine un ricco affondo monografico.